Ipersensibilità dentinale

Ipersensibilità dentinale

L’ipersensibilità dentinale è un comune problema di salute orale che interessa un crescente numero di individui adulti. Si manifesta con un dolore acuto e transitorio, scatenato da stimoli termici, tattili, chimici; i pazienti affetti avvertono dolore assumendo cibi o bevande calde, fredde, dolci, nello spazzolamento, talvolta anche durante la respirazione.

L’ipersensibilità dentinale si verifica quando viene esposta nel cavo orale la dentina, non più coperta dallo smalto della corona o dal cemento della radice; la dentina è costituita da tubuli che comunicano con la polpa dentale e che possono trasmettere al tessuto nervoso gli stimoli.

La dentina può venire esposta per una recessione gengivale o per la perdita di tessuto duro sovrastante.

Le recessioni gengivali sono principalmente dovute alla malattia parodontale o ad una errata tecnica di spazzolamento; altre condizioni in grado di provocare o aggravare le recessioni sono la piercing sulle labbra, il bruxismo, restauri non corretti, abitudini viziate (come lo sfregamento sulla gengiva di matite o altro).

La perdita dei tessuti duri può avvenire per cause meccaniche (bruxismo, spazzolamento scorretto, uso di dentifrici abrasivi, presenza di ganci di protesi), o per cause chimiche, cioè per acidi endogeni (vomito, reflusso) o esogeni (cibi e bevande a basso pH).

La gestione di questa patologia richiede il controllo delle cause: adottare una tecnica di spazzolamento non traumatica; usare dentifrici a bassa abrasività (con un valore di RDA inferiore a 70); limitare l’assunzione di sostanze acide. È importante poi non spazzolare per almeno mezz’ora dopo un “attacco acido”, in modo da permettere allo smalto “rammollito” di andare incontro a una remineralizzazione.

Si mettono poi in atto specifici trattamenti per desensibilizzare superfici esposte: si impiegano principalmente dentifrici, paste e collutori contenenti sali che precipitano sulla dentina e chiudono gli imbocchi dei tubuli, producendo anche una remineralizzazione, ad esempio il fluoro.

In genere l’uso di queste sostanze produce buoni risultati; metododiche più invasive, come la chirurgia per ricoprire con gengiva le aree esposte o il posizionamento di otturazioni vengono prese in considerazione in casi particolari, dopo l’attento monitoraggio da parte dell’odontoiatra e dell’igenista.