L’ascesso dentale

L’ascesso dentale

Diagnosticare un ascesso dentale è abbastanza semplice. La sua sintomatologia è piuttosto chiara, il paziente presenta mal di denti con dolore più o meno acuto, descritto solitamente come un dolore insistente e pulsante. Le gengive sono molto infiammate ed è presente un alterazione dei linfonodi. A questo si aggiungono tutte le difficoltà di masticazione e l’ipersensibilità. Se la diagnosi non è immediata, l’ascesso dentale provoca anche febbre. Nei casi più gravi possono comparire granulomi e, in casi estremi, anche sepsi.

È quindi indispensabile intervenire prima possibile in quanto un approccio nel primo stadio dell’infezione riduce molto le complicanze che talvolta diventano più gravi e più difficili da trattare.

Ma come si cura un ascesso e che cosa è?

L’ascesso dentale è un’infezione batterica che può essere provocata da carie trascurate, da pulpite, da stati infiammatori dovuti a piorrea, ma anche da traumi subiti da denti per incidenti.

L’anamnesi è quindi piuttosto semplice ed avviene attraverso un’indagine diagnostica sulla poltrona dello specialista. Qualunque tipo di trattamento odontoiatrico deve però essere messo in atto dopo la terapia contro l’infezione batterica che è volta a sconfiggere i germi patogeni ed eliminare contestualmente tutta la sintomatologia dolorosa. La cura più appropriata è quinti una un trattamento antibiotico a volte affiancato da farmaci antinfiammatori.

In caso di ascesso periapicale, più frequentemente detto pulpite, si procede attraverso la devitalizzazione del dente interessato al fine di evitare un’estrazione. Attraverso questo trattamento viene rimossa la polpa dentale che ha subito l’infezione e ripulito il dente, dopodiché si procede con la ricostruzione.

Per l’ascesso parodontale invece spesso è risolutiva una seduta di igiene che comprenda anche la rimozione accurata di tartaro e placca. Anche in questo caso, in presenza quindi di ascesso dentale, comunque si indica la terapia antibiotica e antinfiammatoria. 

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